Con una certa sorpresa Elly Schlein è il nuovo segretario del Partito Democratico.

A questo dato di fatto si accompagnano altre note, alcune positive.

Anche in questo caso una donna assume la guida di una importante compagine politica.

L’afflusso alle “primarie” del P.D. è stato significativo, pur in presenza di “infiltrazioni” di altro orientamento politico che induce a riflettere sull’uso continuo di questo strumento certamente indicativo di un notevole grado di apertura ma altrettanto non indispensabile. Per la prima volta, dunque, il voto degli iscritti viene sovvertito nell’esito da una consultazione maggiormente ampia, ma questo rappresenta un passaggio coerente con il continuo distacco dei cittadini dalla politica e, soprattutto, dai partiti . Pensare ad altro in questo senso risulterebbe assolutamente ingannevole.

Al tempo stesso tramonta definitivamente il progetto originario del PARTITO DEMOCRATICO cioè quello di creare un positivo amalgama tra provenienze e culture diverse, – la sinistra, il cattolicesimo e la caratura riformista – operazione ambiziosa ma fallita – togliendo al riguardo ogni futura illusione. I ritardi accumulati pesano terribilmente sul risultato finale e portano alla necessità di ridisegnare quasi completamente il campo politico.

Nuovi scenari si aprono. Potrà una terza forza, – autenticamente soltanto riformista – fare breccia rispetto a due poli di centrodestra e di centrosinistra ormai formati ,pur non avendo un carattere granitico, tutt’altro. Se pensiamo, infatti alla loro essenza le distanze tra la Lega e “Fratelli d’Italia” da una parte, e Partito Democratico e “Movimento Cinque Stelle” dall’altra sono ancora oggettivamente sensibili.

L’attenta osservazione della recente storia politica italiana ci consegna, del resto, un fragoroso elenco di fallimenti: la dissoluzione del tentativo di espansione nazionale da parte della Lega di Salvini, il superamento del M5S originario di Beppe Grillo per citare gli esempi di maggiore rilevanza.

Se ad un ritardo almeno decennale si accompagna una lettura a dir poco errata delle trasformazioni sociali e della velocità delle stesse, così come oggi è straordinariamente rapida la mobilità elettorale, si comprende l’ineluttabilità di un nuovo punto di partenza.

Bisognerà rispondere presente!

ANDREA G. STORTI

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